giovedì 18 aprile 2024

Jane, Jane, Jane

 


Ieri, dall'Australia, mi è giunta la notizia che Jane, la mia dolce Jane Burns, la mia vera mamma, è volata in cielo. Stava male da poco tempo e in un fiat si è spenta. A lei devo tutto, da lei tutto ho imparato, nel bene, anche l'inglese che mi ha donato come lingua madre.

Così, eccomi, ieri, da sola nelle mie vuote stanze, avvilita, a pensare a lei e un ricordo mi è balzato in collo e sono di nuovo bambina, nella divisa bianca e blu dell'Istituto Mater Dei e sono con Jane che mi porterà a scuola nel primo giorno delle elementari. Prima di partire, con la cartella sulle spalle, lei e io siamo in posa in giardino vicino alla statua acefala del praticello e mio padre è il fotografo invisibile che dice, ma non si sente, "cheese"...

Jane tiene la sua mano destra sulla mia spalla e si staglia alta, nei capelli rossi, dietro di me, come angelo custode. C'è lei, la statua e poi il cielo. Io, non so perché, ho anche il basco in testa e si vede che sono felice. E ancora oggi mi chiedo perché fu lei e non la mamma che mi ha messo al mondo a portarmi al portone del Mater Dei in quel solenne (per me) primo giorno di scuola.

Ma forse lo so e qui non lo rivelo, tenendolo per me stretto al cuore, mentre desidero dir di Jane, Jane Burns, lucida, intelligente, ironica, divertentissima, che, tornata a Sydney dopo i tre anni passati con me, fu fondatrice del Craft Council Australia (nel bel palazzo al numero 100 di George street, dove ci vedevamo per andare a pranzo insieme...), grande esperta di arte (anche aborigena) e che scriveva articoli esilaranti (in punta di penna come sapeva fare solo lei) con lo pseudonimo di Buzz Blanco...

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