Lungo l'orientale sarda che, come un lungo sentiero (e lo è proprio) stretto e sincero percorre, vicina alle coste, la parte dell'isola che guarda verso il Continente, non ci sono più pompe di benzina con l'omino in divisa e berretto pronto a servirti col sorriso. Che tristezza. Un balzo indietro nella memoria. Eccomi, piccina, a bordo della Peugeot amaranto di mio padre, schiacciata tra i fratelli che erano allora dispettosi come lo sono, tali e quali, anche oggi.
All'Agip prima di girare per San Teodoro, si doveva "fare il pieno" perché non era come adesso che si mettono venti euro contati e tanta benzina ti spetta, nossignore, allora, aprendo il finestrino, ecco il volto sorridente del benzinaio che senza parlare aveva due occhi a punto interrogativo. Mio padre tirava giù il vetro girando il macinino che era maniglia e insieme ghirigoro di fantasia, e: "Il pieno", diceva e nel serbatoio entrava la benzina necessaria e il prezzo variava in allegria. Senza parole, osservavo i numerini girare nella finestrina del faccione di ferro del serbatoio e i numerini danzavano allegri e bianchi conditi in nerofumo. Pronta usciva la mano di mio padre con le sue tante lire per pagare e poi via verso il paesino di San Teodoro o, al massimo, fino a Straulas (ma ora la chiamano Straula) dove c'era solo una bella chiesa bianca, alta sul ciglione dell'orientale. Mio padre, invece, per lavoro andava fino a Siniscola e a volte anche a Torpè. Con lui mi spingevo fino a Monti e a Berchidda a comperare il vino alla cantina sociale che non capivo perché fosse sociale...
Ma ora, sveglia, e torniamo all'oggi. Dunque, con fatica, ho imparato a far divorar la banconota dalla macchina (antipatica) e a correre poi alla pompa numero tale che mi spetta, apro il tappo, infilo il nasone metallico, schiaccio il maniglione. Ecco fatto. Sto per andare via, quando mi sento due occhi addosso come incollati al cranio. Mi giro. Un vecchio signore in barba bianca mi fissa, tenendosi in equilibrio su un bastone. Conosco gli occhi, lo sguardo, il suo cuore. Sì, lo avete capito, era il benzinaio amico che, a volte, nel dare il resto a mio padre metteva una caramella per me...
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