Dalle bennibags alle lebibi. Siccome lo chic, che è la vita stessa (una donna chic infatti si veste con la grazia di un prato fiorito, di un picco innevato, del mare d'argento al primo mattino) anche le bennibags, stanche della volgarità tutt'attorno e del nome inglese, si adeguano e, nel sostantivo stesso (che le fa esistere), si fanno più piccine per diventare lebibi, diminutivo per b(enni)b(ags) e significa che, dal laboratorio bebabou, ne usciranno poche, pochissime, con il contagocce e tutte molto raffinate.
Saranno cucite a mano nei punti in cui ago e filo, in respiro di mani di fata, donano aria e vita alla creazione stessa. E tutto è, non so dir come, diverso. Tra macchina e mano il paragone non regge... Quindi più tempo e più cura e ancora più amore per ogni bibi che, uscita dal laboratorio bebaboi, se ne andrà per la sua strada.
E subito vado a presentarvi la prima appena finita, proprio oggi mattina. Si chiama "Osanna", come un alleluya.
Labibi Osanna
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